AL FIANCO DELLE DONNE SPAGNOLE E DI TUTTO IL MONDO

Ieri, primo febbraio,  in molte piazze spagnole si sono riversate le donne per far sentire il proprio dissenso contro la proposta di legge del governo Rajoy che vuole eliminare l’aborto nei casi di pregiudizio per la salute della donna o a quelli di violenza sessuale. Ancora una volta si attenta ad un diritto che le donne si sono guadagnate lottando prima di tutto contro un sistema culturale, per la salute della donna e per la sua piena autonomia di scelta. Non bisogna però mai abbassare la guardia, anche in Italia periodicamente saltano fuori i movimenti per la vita che mettendo ancora oggi un diritto che dovrebbe essere ormai acquisito senza necessitare di una sua rimessa in discussione. Ci stringiamo alle donne e agli uomini spagnoli che sono scesi in piazza per difendere la propria legge che regolamenta l’aborto. La solidarietà e il dissenso contro questi violenti attacchi, che stanno interessando sempre di più molti paesi europei, si sta diffondendo tra i movimenti e le organizzazioni di tutta Europa.

Difendere oggi l’aborto vuol dire ribadire l’universalità delle prestazioni sanitarie, garantire ad ogni strato sociale, di poter usufruire di tale prestazione e non rilegarla ad una pratica concessa solo ad una classe della popolazione, cioè a coloro che hanno la possibilità di pagare le cliniche private. Vuol dire anche opporsi all’obiezione di coscienza che continua a crescere nelle strutture pubbliche, minando così le fondamenta di un servizio sanitario pubblico, gratuito e di qualità. Vuol dire anche evitare che l’aborto diventi uno strumento anticoncezionale, utilizzato dalle donne con poca consapevolezza.

La lotta in difesa dell’aborto deve andare di pari passo con le rivendicazioni in sostegno della maternità. La pratica abortiva non può e non deve diventare un obbligo per quelle famiglie che non riesco a sostenere economicamente un eventuale figlio, per evitare questo necessitiamo di un sistema di welfare solido che sostenga le famiglie ma la rotta di tutti i paesi capitalisti è quella di tagliare le gambe agli ammortizzatori sociali, sottrarre sempre più fondi ai servizi sociali, ai servizi per l’infanzia… è questo sistema economico che non conceda ad una famiglia di crescere un figlio adeguatamente, soppressi dalla disoccupazione e dall’angoscia di riuscire a sbarcare il lunario, da scelte che non si vorrebbero prendere come quelle di non mandare il proprio figlio alla scuola materna perché non si ha la possibilità di pagarla o peggio di decidere di abortire perché non si può garantire ad un nascituro un futuro.

Come Gioventù Comunista siamo sempre di fianco a chi lotta per rivendicare e difendere un proprio diritto ma siamo anche convinti che i nostri diritti non siano mai realmente al sicuro in questo sistema. E’ necessario organizzarsi e difenderli con la lotta!

 

 

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