L’ITALIA STIA FUORI DAI PIANI DI GUERRA. [Dichiarazione della Segreteria Nazionale FGC sugli sviluppi in Ucraina]

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Dichiarazione della Segreteria Nazionale FGC sugli sviluppi in Ucraina. 

Il riconoscimento delle repubbliche di Donetsk e Lugansk da parte del governo russo è un ulteriore passo nell’escalation della competizione imperialista in Ucraina. Le prime vittime di questa competizione, che da anni vede contrapposti USA-NATO-UE e la Russia, sono le popolazioni del Donbass, vittime di sofferenze e privazioni e schiacciate tra l’aggressione mossa dal governo ultra-nazionalista ucraino, sostenuto da USA, NATO e UE, e le strategie che la borghesia russa sta giocando sulla loro pelle.

Il riconoscimento politico unilaterale da parte della sola Federazione Russa delle repubbliche del Donbass, che oggi controllano meno della metà dei territori degli Oblast’ di Donetsk e Lugansk, non è garanzia della reale autodeterminazione delle popolazioni locali o di una risoluzione favorevole alle loro rivendicazioni del conflitto iniziato nel 2014, né risolve la situazione venutasi a creare con il liquefarsi dei traballanti accordi di Minsk e con la chiara volontà del governo nazionalista ucraino di non rispettarli. Costituisce, piuttosto, un passaggio politico che potrà essere utilizzato dal governo russo per legittimare il proprio intervento militare nella regione su richiesta delle autorità politiche delle due repubbliche, un sostanziale contraltare a tutta la sfacciata propaganda con cui le forze NATO giustificano la presenza nella regione. Questo conferma la tendenza, che oggi è propria di tutte le potenze capitaliste, a utilizzare il diritto internazionale interpretandolo arbitrariamente a proprio uso e convenienza.

Il discorso di Putin tenta di legittimare le ambizioni dei capitalisti russi descrivendo la separazione dell’Ucraina dalla Russia come un “errore” e una “invenzione” di Lenin e dei bolscevichi; riscrive la storia secondo la ben nota retorica anticomunista che definisce persino la Rivoluzione d’Ottobre come un complotto dell’Occidente contro la potenza imperiale russa. Il principio dell’autodeterminazione dei popoli, che era alla base della natura multinazionale dell’Unione Sovietica in cui il socialismo ha permesso per decenni la convivenza fraterna di decine di popoli, etnie e culture differenti, viene definito un errore che ha generato instabilità.

L’escalation della competizione imperialista in Ucraina conferma che il nazionalismo è il più grande nemico dei lavoratori e dei popoli e un grande alleato dei capitalisti.

I settori maggioritari della borghesia ucraina che oggi si orientano verso l’UE e la NATO fondano il loro consenso su un’ideologia ultra-nazionalista e apertamente russofoba. La persecuzione anticomunista si è intensificata, a fronte di una crescente legittimità di gruppi estremisti di matrice neo-nazista, che i media italiani non provano pudore a presentare come presunti difensori della pace. Allo stesso tempo, i collaborazionisti del nazismo durante la seconda guerra mondiale vengono riabilitati come “eroi” e “patrioti” anti-russi.

Il discorso di Putin risponde, in modo notevolmente speculare, attingendo dal linguaggio del revanscismo grande-russo, negando l’esistenza stessa della nazione ucraina e prendendo come riferimento la presunta grande forza dello stato russo unitario nella forma dell’Impero Zarista. Questo rispecchia le ambizioni delle oligarchie della Russia capitalista, di cui Putin esprime gli interessi congiunti.

Come già avvenuto in Jugoslavia e nel Caucaso, l’odio nazionalista viene utilizzato dai padroni per dividere i popoli e i lavoratori, mobilitandoli l’uno contro l’altro in conflitti mossi dagli interessi di profitto dei loro sfruttatori.

Il FGC ribadisce il proprio impegno nella lotta contro i piani imperialisti della NATO, per il ritiro unilaterale dell’Italia dalla NATO e da ogni alleanza imperialista. Ribadiamo la nostra posizione contro ogni coinvolgimento dell’Italia nel conflitto imperialista in Ucraina: non una base, non un soldato, non un soldo per i piani di guerra. Questo, quello contro l’imperialismo di casa nostra, è il terreno di mobilitazione immediato se si vuole dare un contributo reale alla lotta contro la guerra imperialista.

In questa ottica ci impegniamo a contrastare la propaganda guerrafondaia sostenuta, anche a costo di ricorrere a notizie inventate, da ampi settori dei media italiani. La compartecipazione del governo e di una parte dei monopoli italiani alle manovre euro-atlantiche in Ucraina sta generando un livello grottesco di sostegno alla guerra, come se negli ultimi decenni la sfacciata propaganda a marchio USA-NATO-UE non si fosse dimostrata sistematicamente infondata, dalle famigerate provette di Colin Powell all’ONU per giustificare l’intervento in Iraq alle menzogne sistematiche contro Cuba socialista.

Denunciamo i tentativi e le pressioni incrociate che bersagliano oggi il movimento comunista, che hanno come obiettivo quello di svuotarlo del proprio carattere rivoluzionario e convertirlo in un gruppo di pressione a favore di una delle potenze capitaliste in competizione, o delle rispettive alleanze imperialiste.

Ribadiamo la solidarietà della gioventù comunista ai popoli del Donbass, al popolo russo, al popolo ucraino. I lavoratori di ciascun paese e nazionalità hanno interessi comuni e nemici comuni. Esiste un’alternativa al massacro fratricida per gli interessi dei monopoli, e sta proprio nel solco scavato dalla Rivoluzione d’Ottobre contro cui Putin si scaglia così violentemente: la lotta di tutti i lavoratori e degli sfruttati contro il sistema di sfruttamento che è alla base dell’imperialismo, per una società diversa. La lotta per il socialismo è la lotta del XXI secolo e l’unica alternativa alla barbarie in cui il capitalismo minaccia di trascinare i popoli di tutto il mondo. Terze vie non ce ne sono.