21 GIUGNO IN PIAZZA A ROMA CONTRO IL RIARMO. COSTRUIAMO UN GRANDE SPEZZONE COMUNISTA CONTRO L’IMPERIALISMO E IL GENOCIDIO

21 GIUGNO IN PIAZZA A ROMA CONTRO IL RIARMO. COSTRUIAMO UN GRANDE SPEZZONE COMUNISTA CONTRO L’IMPERIALISMO E IL GENOCIDIO
Dichiarazione congiunta dell’Ufficio Politico del FC e della Segreteria Nazionale del FGC
Il vertice NATO dell’Aia del prossimo 21 giugno vedrà in contemporanea a Roma una mobilitazione nazionale di diverse organizzazioni del movimento pacifista, dei sindacati e dell’associazionismo di sinistra contro guerra, genocidio, riarmo e misure autoritarie.
La guerra imperialista imperversa, subita dai popoli di tutto il mondo, a partire da quello palestinese. Israele continua l’offensiva nei territori palestinesi e, sostenuto da UE e USA, parla apertamente di occupare l’intera regione e di deportare i palestinesi, in violazione delle risoluzioni ONU e con il sostegno aperto del governo Meloni. La recente escalation a seguito dell’attacco “preventivo” di Israele all’Iran, con il bombardamento di diversi siti nucleari e militari e l’uccisione di esponenti di primo piano dell’esercito, oltre che di numerosi civili, sta trasformando ancora di più il Medio Oriente in una polveriera. Le dichiarazioni del governo di Netanyahu che quella con l’Iran è una guerra aperta e che ormai Gaza è diventato un fronte “secondario”, mostrano chiaramente il rischio reale di una generalizzazione del conflitto e di un’esplosione delle contraddizioni inter-imperialistiche che rischiano di trascinare i popoli della regione in un massacro senza fine.
Nel frattempo, in Europa, prosegue la guerra imperialista in Ucraina che vede la Russia confrontarsi con il blocco euroatlantico USA-UE-NATO. Dopo anni di propaganda sui “valori europei” da difendere, il reale carattere di questa guerra è reso oggi ancor più evidente dalle trattative spudorate che hanno per oggetto la spartizione dell’Ucraina, dei suoi territori e delle sue risorse energetiche e minerarie, sulla pelle dei popoli e dei lavoratori.
La ratifica da parte della Commissione UE del piano chiamato “Rearm Europe”, che prevede di destinare ulteriori 800 miliardi alla spesa militare, è un concreto segnale dell’escalation bellica. In Italia ciò significa aumentare le spese militari da 33 miliardi a 70 miliardi in quattro anni, tagliando fondi a sanità, istruzione, spesa sociale e creando debito i cui costi saranno scaricati sui lavoratori e sul popolo. Il DL “Sicurezza” e le altre misure repressive adottate dal governo hanno l’obiettivo di colpire gli scioperi e le manifestazioni contro queste politiche lacrime e sangue, per tagliare la testa a chi, invece, vuole alzarla.
In questo grave contesto, il rilancio della più ampia mobilitazione operaia e popolare contro la guerra, che abbia come protagonista la classe operaia di questo paese, è un’urgenza non rimandabile, assieme alla ricostruzione di un partito comunista moderno e all’altezza dei tempi.
La presenza di due piazze a Roma nella giornata del 21 giugno – una indetta dall’area di Potere al Popolo, RdC, USB etc, l’altra convocata dalla piattaforma “STOP REARM EUROPE” che coinvolge ARCI, CGIL e mondo dell’associazionismo di sinistra –è un elemento estremamente negativo.
Di fronte all’attacco fortissimo del governo, alle operazioni della finta “opposizione” del centro-sinistra, al muro di gomma costruito dagli apparati mediatici e di informazione, l’unificazione delle mobilitazioni è un prerequisito – necessario e non sufficiente – per uscire dall’irrilevanza.
In questo contesto, dinanzi alla prospettiva di una mobilitazione più ampia come quella di settori della CGIL e dell’associazionismo “progressista”, è proprio alle forze più consapevoli della sinistra di classe e del sindacalismo conflittuale che si dovrebbe richiedere la maturità di non separare la parte più cosciente e più avanzata dei lavoratori sindacalizzati dai settori più arretrati e immaturi. Sostituire a questo principio quello della competizione tra le sigle – specie se appiattita sul piano sindacale – è un errore tattico non giustificabile in questa fase. È sulla base di questa valutazione che riteniamo un errore la scelta di alcuni settori di mantenere una piazza separata.
Crediamo che porsi il problema della costruzione di questa ampia mobilitazione non significhi nascondere le differenze, né accettare passivamente che le forze del centro sinistra cerchino ipocritamente di ripulirsi la faccia dopo aver governato per anni sostenendo le peggiori leggi antipopolari. Faremmo un favore a quei partiti e a chi oggi propone una finta alternativa a questo governo, se come comunisti non contendessimo alle forze del campo avversario l’orientamento e la direzione politica nei contesti di mobilitazione di massa, come abbiamo visto in queste settimane.
La partecipazione di decine di migliaia di persone che si mobilitano contro la guerra e il genocidio, gli scioperi dei lavoratori per il rinnovo dei contratti e accordi migliorativi sono un segnale chiaro che in questo momento esiste lo spazio politico per innescare una ripresa della mobilitazione in larghi strati della classe operaia e nel popolo. Una forte presenza dei comunisti in tutte le mobilitazioni di massa è necessaria per portare avanti, all’interno della più generale lotta contro la barbarie del capitalismo, una posizione di rottura rispetto all’ipocrisia della finta opposizione e per dare ai milioni di lavoratori di questo paese una vera alternativa. Questa alternativa sono i comunisti, è il partito comunista.
Unitamente al sostegno allo sciopero generale del 20 giugno, la proposta che avanziamo a tutti i compagni e le compagne è di scendere in piazza a Roma sabato 21 giugno per costruire assieme uno spezzone comunista nutrito, forte e riconoscibile per dire NO al riarmo europeo e al genocidio del popolo palestinese, per terminare qualsiasi forma di sostegno e complicità dell’Italia con lo stato criminale di Israele e le guerre imperialiste. Fermiamo il governo della guerra!
ROMA, H. 14.00 – PORTA SAN PAOLO