RILANCIARE LA MOBILITAZIONE PER LA PALESTINA. MANIFESTAZIONE NAZIONALE 24 FEBBRAIO A MILANO. Comunicato della Segreteria Nazionale FGC

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Il Fronte della Gioventù Comunista (FGC) aderisce e prenderà parte alla manifestazione nazionale per la Palestina lanciata per il 24 febbraio a Milano dall’Unione Democratica Arabo-Palestinese, dai Giovani Palestinesi d’Italia e dal Movimento degli Studenti Palestinesi in Italia. Scenderemo in piazza in solidarietà al popolo palestinese, per esigere la fine della complicità del governo italiano con la politica genocida dello Stato di Israele.

Allo stesso tempo, sosteniamo lo sciopero lanciato dal Si Cobas nella giornata del 23 ottobre e metteremo le nostre forze a disposizione e supporto delle agitazioni nei luoghi di lavoro.

Sono passati mesi, ma il massacro nella Striscia di Gaza prosegue senza fermarsi. La rappresaglia israeliana seguita ai fatti del 7 ottobre ha causato circa 30mila morti palestinesi; il 70% delle vittime secondo l’ONU è costituito da donne e bambini. Decine di migliaia di uomini, donne e bambini sono rimasti mutilati e orfani, mentre la distruzione indiscriminata di ospedali e scuole, gli attacchi crudeli contro le colonne di profughi, la privazione dell’accesso all’acqua e all’energia, la costante de-umanizzazione dei palestinesi nelle dichiarazioni degli esponenti del governo israeliano, giustificano ampiamente l’accusa di genocidio sollevata alla Corte Internazionale di Giustizia.

 

Siamo al fianco del popolo palestinese, contro il massacro e i crimini di Israele

Il FGC ribadisce che ciò che è avvenuto il 7 ottobre è la conseguenza di 75 anni di oppressione del popolo palestinese. La colonizzazione illegittima dei territori palestinesi, l’imposizione di un regime di occupazione e di apartheid, l’applicazione della legge marziale per regolare la vita dei palestinesi, l’assedio imposto alla Striscia di Gaza, sono tutte condizioni che legittimano la resistenza armata secondo lo stesso diritto delle Nazioni Unite.

Oggi Israele è governata da un’ideologia fanatica e reazionaria che sostiene la legittimità dello sterminio di un intero popolo, la disumanizzazione dei palestinesi e l’indistinguibilità tra obiettivi civili e obiettivi militari. Ancora oggi il governo israeliano dichiara ufficialmente di non essere disposto a riconoscere il diritto dei palestinesi ad avere uno Stato. In questo contesto, con enorme ipocrisia, si pretende di bollare come organizzazioni “terroristiche” la quasi totalità delle organizzazioni politico-militari palestinesi. Con questa costruzione tutta ideologica si vuole negare ai palestinesi non solo uno Stato, ma persino il diritto di organizzarsi e lottare per la propria libertà.

Le azioni di Israele rappresentano un crimine internazionale, di cui il governo italiano continua ad essere complice, arrivando persino ad astenersi nel voto sulla richiesta di un cessate il fuoco nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il governo Meloni ha recentemente sospeso i finanziamenti all’agenzia ONU impegnata negli aiuti umanitari al popolo palestinese e annunciato l’invio di militari italiani a Gaza.

Sappiamo bene che il sostegno “occidentale” a Israele deriva dal ruolo che questo paese gioca nella dura competizione imperialista in corso a livello globale. Gli eventi in Medio Oriente, infatti, vanno letti anche nella cornice di ciò che accade in Ucraina, nel Mar Rosso, nella regione Indo-Pacifica. Il mondo è entrato in un’era di nuova e durissima competizione economica, politica e militare tra le potenze capitalistiche; la guerra, in questo contesto, torna sempre più ad essere una delle opzioni concrete sul tavolo dei governi. Israele è oggi un “partner strategico” irrinunciabile per gli interessi dei grandi monopoli finanziari di decine di paesi, in una regione del mondo che è crocevia della spartizione di risorse energetiche, delle rotte commerciali e di approvvigionamento, dei traffici marittimi. È chiarissimo ed evidente che quando i governi europei parlano del “diritto di Israele a difendersi”, parlano in realtà della difesa dei profitti dei propri monopoli, dei propri capitalisti, sapendo bene che questi profitti sono fatti sulla vita del popolo palestinese.

Un esempio lampante è rappresentato dal rilascio, da parte del governo israeliano, di licenze per l’esplorazione di giacimenti di gas nelle acque antistanti la Striscia di Gaza a diverse società multinazionali, avvenuto lo scorso 29 ottobre. Tra queste multinazionali, non a caso, spicca l’ENI. Si tratta di acque su cui Israele non esercita legalmente alcun diritto di sovranità o esclusività. Se ENI, partecipata al 30% dal Tesoro italiano, desse seguito alle attività esplorative sui giacimenti nelle acque palestinesi – stimati in 30 miliardi di metri cubi di gas – confermerebbe ulteriormente la complicità italiana nei crimini di guerra in corso, tramite il saccheggio illegittimo delle risorse naturali delle acque palestinesi.

 

Rilanciare la mobilitazione in Italia: contro il governo Meloni e i piani imperialisti!

Dall’inizio del massacro a Gaza abbiamo visto in Italia, come in tutto il mondo, lo sviluppo di un importante moto di solidarietà nei confronti del popolo palestinese. Nonostante il coro unanime e una vergognosa campagna mediatica interamente schiacciati sul sostegno acritico a Israele, nonostante il tentativo di criminalizzare le manifestazioni e bollare come “antisemita” ogni voce critica verso i crimini israeliana, sono centinaia le manifestazioni che in tutta Italia si sono sviluppate a sostegno del popolo palestinese e della sua lotta.

Da ottobre ad oggi abbiamo visto manifestazioni in tantissime città, giornate di mobilitazione nazionali, occupazioni di scuole e università. Questi appuntamenti hanno visto la partecipazione di importanti segmenti di classe lavoratrice e di settori popolari; a questi, si somma un’ampia fascia di giovani proletari, di seconda generazione e di origine immigrata, che si affacciano per la prima volta sul terreno della lotta politica. L’entità e la costanza di queste mobilitazioni hanno contribuito fortemente a smontare la narrazione dominante sui media, dimostrando lo scollamento enorme tra la propaganda ufficiale e il sentimento popolare. Come FGC abbiamo sostenuto, promosso e in alcuni casi organizzato le mobilitazioni degli scorsi mesi; abbiamo messo le forze della gioventù comunista in costante agitazione nelle scuole e nelle università, legando la solidarietà alla Palestina alla lotta più generale contro la guerra e i piani imperialisti.

Proprio quest’ultima riteniamo sia la strada su cui è necessario avanzare oggi.

La solidarietà spontanea e di massa al popolo palestinese deve trasformarsi in una lotta cosciente, generalizzata. È necessario far avanzare in Italia la costruzione di un grande movimento operaio-popolare contro la guerra imperialista, contro i piani bellicisti dei padroni, contro un sistema fondato sul profitto e sull’ingiustizia che non può generare altro che questo.

Con questo spirito, ribadiamo il nostro sostegno attivo alla manifestazione nazionale per la Palestina del 24 febbraio a Milano.

Facciamo appello affinché quella manifestazione possa essere un’occasione in cui tutte quelle forze che in questi mesi hanno lottato a fianco del popolo palestinese possano saldarsi per la costruzione di un movimento popolare contro la guerra imperialista, che abbia un chiaro orientamento di classe.

Facciamo appello per la costruzione di uno spezzone contro il governo Meloni e il suo inaccettabile sostegno al genocidio del popolo palestinese; per la libertà del popolo palestinese e il suo diritto a lottare per la propria emancipazione, contro le politiche di guerra che schiacciano le condizioni di vita dei proletari nel nostro paese; per il riconoscimento dello Stato di Palestina; per conquistare un futuro di pace e solidarietà tra i popoli, libero della guerre e dallo sfruttamento.