ANNUNCIO DELLE GIOVENTÙ COMUNISTE D’EUROPA RIUNITE AD ISTANBUL

 

Il seguente annuncio è stato sottoscritto da 13 organizzazioni giovanili in occasione del 13° MECYO, l’incontro europeo delle gioventù comuniste, che si è riunito ad Istanbul fra il 24 e il 26 febbraio. Assieme all’annuncio, sono state sottoscritte due dichiarazioni comuni in solidarietà al popolo e alla gioventù della Siria contro gli interventi imperialisti, e alle organizzazioni vittime di campagne anticomuniste. Segue l’elenco delle 13 organizzazioni firmatarie.

JCC – Communist Youth of Catalonia

Young Socialist –Young Socialists of the Socialist Workers Party of Croatia (Croatia)

KSM – Communist Youth Union (Czech Republic)

SDAJ – Socialist German Workers Youth (Germany)

KNE – Communist Youth of Greece

FGC – Front of Communist Youth (Italy)

CJB – Communist Youth Movement (Netherlands)

Youth of the Polish Communist Party (Poland)

RCYL (b) – Revolutionary Communist Youth League – Bolshevik (Russia)

SKOJ – Young Communist League of Jugoslavia (Serbia)

CJC – Collectives of Young Communists (Spain)

UJCE – Communist Youth Union (Spain)

TKG – Communist Youth of Turkey

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ANNUNCIO DI 13 ORGANIZZAZIONI GIOVANILI COMUNISTE NEL CENTENARIO DELLA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE.

Nei giorni tra il 24 e il 26 febbraio ha avuto luogo il 13° Incontro delle Organizzazioni Giovanili Comuniste Europee (MECYO), tenuto sotto lo slogan: “Cento anni dopo la grande rivoluzione socialista teniamo alta la bandiera dell’Ottobre! – Rafforzare la lotta della gioventù in Europa per una società nuova, senza guerre imperialiste, crisi, rifugiati, disoccupazione, povertà e sfruttamento capitalista. Il nostro futuro è il Socialismo!”. Come organizzazioni delle gioventù comuniste che hanno preso parte al 13° MECYO riaffermiamo la giustezza di queste parole d’ordine. Abbiamo discusso, scambiato pensieri ed esperienze acquisite nelle lotte in un contesto di franchezza e sincerità tra compagni. Esprimiamo piena solidarietà alla lotta del TKP-TKG, alla classe operaia e alla gioventù turca.

Il tredicesimo incontro delle organizzazioni delle gioventù comuniste europee, tenuto ad Istanbul in un momento in cui gli sviluppi provano ancora una volta il carattere reazionario e storicamente obsoleto del sistema capitalista, ha ribadito fermamente che la gioventù non ha altra alternativa se non quella di unirsi alla lotta organizzata per una società senza classi, sfruttamento e oppressione.

Le nuove generazioni si trovano a dover affrontare nuovi e seri attacchi ai propri diritti. L’applicazione di salari miserabili, la criminalizzazione del diritto di sciopero, la privatizzazione di istruzione e salute, che da inalienabili diritti diventano privilegi, così come l’accesso allo sport, alla cultura e il diritto alla casa. Oggi il capitalismo non offre altro che guerre, crisi, migrazioni di massa e risveglio del fascismo.

Sotto queste circostanze siamo coscienti e desiderosi di condividere la responsabilità di condurre le lotte della gioventù e della classe operaia. Dedichiamo i nostri sforzi comuni per un reale radicamento delle lotte tra i giovani lavoratori, gli studenti nelle scuole e nelle università e i giovani disoccupati. In ogni passo che compiamo i nostri ideali ci danno la motivazione e la resistenza. Siamo coscienti come comunisti che il nostro ruolo di avanguardia richiede la preparazione ideologica e politica della lotta organizzata della gioventù nelle difficili condizioni prodotte dalla crisi capitalista dell’ultimo anno e nel dimostrare che il socialismo è l’unica alternativa per i popoli e la gioventù.

In seguito all’intensificarsi delle contraddizioni economiche e politiche, come dimostrato dagli sviluppi negli Stati Uniti e in Unione Europea, diventa sempre più ovvio che la tanto sbandierata fine prossima degli effetti della crisi del 2008 è solo una grande menzogna. Mentre cresce la disoccupazione, l’unico rimedio proposto non sono che misure antipopolari, un mercato del lavoro più flessibile e l’annientamento dei diritti conquistati dalla classe operaia.  I milioni di rifugiati e di immigrati, che il sistema capitalista intende integrare come forza lavoro a basso costo dal cui sfruttamento trarre profitto, vengono strumentalizzati come causa della disoccupazione creando le premesse per la proliferazione di movimenti di natura fascista. Le guerre imperialiste, gli interventi dell’UE e della NATO e la povertà cronica sono le vere cause della crisi dei rifugiati. La crisi del modello capitalista intensifica l’antagonismo tra centri imperialisti e le nuove potenze mondiali e regionali per il dominio nel mercato globale. Il fatto che le economie dell’Unione Europea e degli Stati Uniti abbiano tassi di crescita inferiori rispetto a paesi come Cina, Russia e India, potenze che hanno sperimentato un periodo di crescente sviluppo nei rapporti di produzione capitalisti, intensifica un clima di aggressione finanziaria, politica ed economica da parte di UE e Stati Uniti per il mantenimento dell’egemonia. Abbiamo constatato come l’imperialismo statunitense abbia aumentato la sua aggressività in corrispondenza del notevole indebolimento della sua egemonia, come nel caso di Siria e Ucraina.

Nonostante le attitudini belliche e gli enormi bilanci militari siamo consci che una resistenza è ancora possibile e soprattutto necessaria, riconosciamo la responsabilità del modello capitalista nel massacro dei popoli e la sua natura guerrafondaia.

Le contraddizioni interne a questo sistema si intensificano, aumentando le possibilità di una guerra imperialista generalizzata, un simile conflitto sarebbe dovuto alla spartizione di quote di mercato, possibilità economiche ed accaparramento delle risorse, non portando alcun beneficio ai lavoratori di nessuna delle parti in conflitto, trainandoli anzi nella realtà di un nuovo massacro imperialista.  La gioventù non deve scegliere una delle parti in conflitto nel sistema capitalista, ma la sua posizione dovrebbe essere accanto alla classe operaia nella lotta per la pace a fianco del movimento anti-imperialista.

In Turchia, dovesi è recentemente concluso il 13° MECYO a cento anni dalla Rivoluzione d’Ottobre, decine di giovani turchi stanno perdendo la vita nel piano d’invasione della Siria, in nome esclusivamente degli interessi della borghesia turca e delle sue trame imperialiste, mentre l’Europa non sarà mai capace di escludere la minaccia di guerra e le conseguenze di un’aggressione imperialista finché il sistema capitalista non sarà disfatto.

Cento anni dopo la prima grande Rivoluzione Socialista della storia, noi, Gioventù Comuniste d’Europa, seguiamo la strada dei Bolscevichi, ribadendo a gran voce che l’unica vera alternativa è il socialismo. È compito dei comunisti smascherare le intenzioni antipopolari della socialdemocrazia e delle forze opportuniste, anche quelle che momentaneamente vivono una posizione di forza nel quadro politico. Restiamo forti della convinzione che ogni posizione riformista che abbandoni la lotta per il socialismo non debba essere giustificata. Consideriamo il Socialismo come una necessità storica per superare le contraddizioni del capitalismo, che in particolare nella sua fase imperialista opprime milioni di persone e minaccia addirittura la  stessa esistenza sul pianeta.

100 anni fa il Partito Bolscevico ha rotto il ghiaccio proclamando l’inizio di un’era di rivoluzioni e progresso della classe operaia e i popoli di tutto il mondo. La Rivoluzione d’Ottobre ispira ancora oggi la nostra lotta per l’uguaglianza, la libertà, la pace duratura, così come incute paura negli animi delle classi dominanti.

Nata dall’esperienza della Rivoluzione , l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche ha illuminato la storia del genere umano, dimostrando concretamente come un’altra società sia possibile, la costruzione della società socialista ha significato una nuova stagione di progresso per i popoli e per l’umanità intera: elettrificazione, industrializzazione, movimenti di collettivizzazione, sanità pubblica e di qualità, condizioni di lavoro ragionevoli e dignitose, diritto allo studio e molti altri avanzamenti sono stati portati avanti in un periodo di tempo considerevolmente breve dal primo “Stato dei lavoratori”, così come allo stesso tempo vennero fatti grandi passi avanti contro ogni tipo di fondamentalismo religioso,  di razzismo e per l’uguaglianza delle donne. Sotto la grande influenza delle conquiste del socialismo, la classe operaia ottenne diritti anche negli stati capitalisti, diritti che oggi, con il venire meno di un campo socialista, i capitalisti tentano di riprendersi. Oggi, in un momento di aggravamento della crisi, la borghesia e i suoi partiti si affrettano a proclamare leggi anticomuniste nei loro parlamenti, provvedimenti che portano altresì alla restrizione dei diritti di tutti i cittadini. Le classi dominanti sono tutt’ora spaventate dalla possibilità di una lotta comune ed organizzata della classe operaia, dei popoli e dei partiti comunisti, che sono la loro unica avanguardia.

Non è una coincidenza che principalmente le organizzazioni opportuniste attaccano l’esperienza sovietica precisamente sul suo contenuto reale, promuovendo allo stesso tempo anticomunismo e propaganda borghese. Il loro ruolo nel sistema democratico borghese è quello di disorientare la classe operaia dalla sua organizzazione d’avanguardia e dalla lotta per i propri interessi. Con la sua posizione sulla riformabilità dell’Unione Europea, la Sinistra Europea serve appunto come supporto per un’unione imperialista creata per perseguire apertamente gli interessi del capitale monopolistico europeo. Il peso della crisi è stato scaricato sulle spalle dei lavoratori e degli strati popolari, attraverso i memorandum di UE, FMI e BCE, oltre alla complicità dei governi nazionali. Tra appena un mese, il 25 Marzo ricorrerà il sessantesimo anniversario della firma del Trattato di Roma, che ha portato alle implementazioni delle misure antipopolari e che ha rafforzato il processo di integrazione imperialista condotta dai monopoli europei per il bene dell’accumulazione e della concentrazione di capitali.

  Ancora oggi i nostri nemici sono giustamente terrorizzati dal patrimonio lasciatoci dall’URSS, paese che ha mostrato l’unica strada per unire i popoli di tutto il mondo. Forte di questa eredità la Gioventù Comunista prosegue sul sentiero della lotta in tutta Europa, considerando indispensabile  la solidarietà internazionale nella lotta del proletariato di tutto il continente contro l’Imperialismo come sistema. Coerentemente con la nostra lotta per un mondo libero da guerra e sfruttamento, abbiamo rafforzato la Federazione Mondiale della Gioventù Democratica (WFDY), che resta in prima linea nella lotta antimperialista della gioventù. Chiamiamo i giovani, lavoratori di oggi o di domani, ad unirsi alla nostra lotta contro il sistema capitalista ed alzare la bandiera della rivoluzione d’ottobre nel suo centenario! Non vi è altro rimedio, nessun’altra via può perseguire politicamente gli interessi  della gioventù e della classe operaia attraverso le dure tensioni del nostro presente. L’unica vera alternativa per il nostro futuro è il socialismo!

DICHIARAZIONI DI SOLIDARIETÀ

1) Con il popolo e la gioventù della Siria, contro gli interventi imperialisti

Come partecipanti del 13°MECYO, tenuto nell’anno del centenario della Rivoluzione d’Ottobre, chiediamo la cessazione/fine di tutti gli attacchi condotti da USA,UE, Turchia e paesi del Golfo contro la Siria, il ritiro di tutte le forze straniere dalla Siria, e la punizione per i crimini di guerra commessi dagli imperialisti. Lotteremo fino alla fine per la pace, la prosperità e la giustizia che la leale e onesta gente siriana merita grazie alla sua resistenza.

Gruppi religiosi come l’ISIS, Al-Nusra e il Libero Esercito Siriano sono stati armati e fondati dagli imperialisti. La Nato, organizzazione imperialista terrorista, sta aumentando la sua presenza militare nella regione giorno dopo giorno. Agendo con macchinazioni e strategie imperialiste, i paesi imperialisti nella regione, specialmente la Turchia, l’Arabia Saudita e il Qatar, stanno prendendo parte ad operazioni politiche e militari contro la Siria, promuovendo il fondamentalismo religioso che è sempre stato d’aiuto all’imperialismo.

Le crisi ed i conflitti che l’imperialismo sta soffrendo nel processo in Siria sempre più complicato ed irrisolvibile. Nel mezzo del conflitto per profitto, milioni di cittadini siriani stanno morendo nella battaglia contro gli interventi imperialisti o sono costretti a lasciare il proprio paese.

Questo da un lato. Dall’altro lato troviamo il popolo e la gioventù siriana che per anni non si è piegata al potere capitalista. Troviamo siriani che hanno sventato le operazioni imperialiste nella regione. Diamo ancora una volta la nostra solidarietà alla loro legittima lotta contro gli imperialisti.

Protestiamo contro gli interventi imperialisti capeggiati dall’imperialismo degli Stati Uniti.

Rifiutiamo la presenza della Nato nella regione e la presenza militare e politica dei suoi membri in Siria.

Protestiamo contro la razzista e fascista oppressione dei rifugiati siriani, costretti a lasciare il paese a causa dell’aggressione imperialista; contro lo sfruttamento dei capitalisti della loro forza lavoro a basso costo; contro i loro sporchi affari soprattutto dei capitalisti europei, specialmente della Turchia.

Chiamiamo i lavoratori e la gioventù europea ad aumentare la lotta anti-imperialista e a stare con il popolo e la gioventù della Siria, che sta così da anni e che non è mai stata sottomessa dall’aggressione imperialista. Contro le sporche politiche borghesi tenute nei confronti dei rifugiati, chiamiamo a difendere l’alleanza tra i lavoratori rifugiati e i lavoratori europei.

2) Solidarietà ai compagni che si stanno scontrando con una dura campagna anti-comunista

Il capitalismo cerca di rinviare e nascondere la sua inevitabile crisi attraverso manovre politiche.

In questo modo si spiega l’attuale tendenza a livello globale verso politiche anti-popolari di destra.
Mentre l’imperialismo provoca guerre e miseria nel contesto di politiche internazionali sanguinose ed ipocrite, nella politica interna i governi sviluppano sconsideratamente campagne anti-comuniste.

I governi, consapevoli della situazione di profondo stallo in cui si trova il capitalismo, non hanno altra scelta che cercare di opprimere l’unica alternativa, ovvero il socialismo. Condanniamo gli attacchi reazionari che i nostri compagni stanno subendo in Polonia, Serbia, Russia, Ucraina, Bulgaria, Lituania, e molti altri paesi in Europa. Esprimiamo la nostra solidarietà ai compagni, che stanno lottando in condizioni difficili in occasione del centenario della Grande Rivoluzione d’Ottobre.

Il socialismo vincerà!

 

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