NO AI TEST D’INGRESSO, NO ALL’UNIVERSITA’ DI CLASSE.

In queste ore in tutta Italia inizieranno i test d’ingresso per l’università e migliaia di studenti si troveranno a dover affrontare questa prova per poter accedere alle facoltà a numero chiuso. Non si tratta di una novità, anche se in questi ultimi anni il numero delle facoltà a numero chiuso è aumentato in modo incredibile e i test si sono diffusi anche nelle facoltà che non prevedono restrizioni sul numero degli iscritti. I media e i politici nazionali presentano il numero chiuso come unica via possibile, ma dietro questa affermazione si nasconde la compiuta realizzazione ideologica di un disegno politico ed economico che mira ad escludere le masse popolari dall’accesso all’università e allo stesso tempo fornire la prima base essenziale per la riduzione dello stato sociale, a partire dal settore sanitario. I test d’ingresso servono dunque a tre scopi: aumentare il carattere di classe dell’università, costruire il presupposto per lo smantellamento e la dequalificazione dello stato sociale, chiedere agli studenti e alle famiglie l’ennesima tassa mascherata per colmare parzialmente tagli e finanziamenti elargiti ai privati. Vediamo in che modo. La questione della programmazione  in una società è un aspetto che non ignoriamo e a nostro giudizio di fondamentale importanza, ma il punto è capire a cosa è finalizzata questa programmazione. Prendiamo come esempio Cuba. Anche in un paese socialista esiste una programmazione del numero degli iscritti nelle facoltà, la differenza sostanziale è che la scuola è totalmente gratuita e non conosce selezione per reddito, i libri di testo sono forniti dallo Stato, all’università non esistono tasse d’iscrizione, gli studenti fuori sede hanno alloggio e vitto gratuiti, ogni studente percepisce un salario per il periodo in cui studia all’università. Quando uno studente affronta la scelta della scuola a cui iscriversi e successivamente dell’università sa bene che tutti partono dalle stesse condizioni; la scelta tra lavoro ed università non ha alcuna base economica immediata perché in entrambi i casi, sia lavorando, sia studiando, si percepisce un salario.

In Italia al contrario il numero chiuso rappresenta il passaggio finale di un lungo processo di selezione che parte dalla scuola dell’obbligo. La gratuità è un lontano ricordo: tasse, libri di testo, prospettive future, spingono le famiglie a scegliere sulla base del reddito e non sulle capacità e aspirazioni individuali. Se si facesse un rapido sondaggio sulla composizione di classe degli studenti delle principali facoltà a numero chiuso si vedrebbe da subito che in larghissima maggioranza i figli di lavoratori dipendenti, operai, precari ne sono praticamente del tutto esclusi. La scelta tra scuola e scuola, lavoro ed università, tipo di facoltà è oggi una scelta principalmente economica per la stragrande maggioranza della popolazione.

Tornando all’aspetto della programmazione è essenziale non tanto parlare del mezzo, quanto della finalità che questo consente di realizzare. Noi sosteniamo la necessità che una società attui una programmazione generale delle attività tra cui certamente anche l’università. Il punto è sulla base di quali linee guida economiche e di quale visione della società questa programmazione venga attuata. Tornando all’esempio di Cuba, il fatto che le facoltà sanitarie siano a numero chiuso non comporta un danno per i cubani, che al contrario usufruiscono di un servizio sanitario nazionale tra i migliori al mondo (completamente gratuito). Il numero dei medici che ogni anno si laureano è sufficiente non solo al popolo cubano, ma anche a progetti internazionali di aiuto internazionale e cooperazione di cui Cuba è sempre stata esempio. Allo stesso modo la programmazione serve ad evitare che altri importanti settori della società, dall’agricoltura, ad altre professioni di qualunque genere, che sono altrettanto importanti per il benessere collettivo, siano privati del giusto apporto numerico. In questo modo la pianificazione serve a garantire una situazione di protezione dei diritti della collettività e di sviluppo armonico della società nel suo complesso.

In Italia al contrario il numero chiuso viene inserito con il preciso scopo di diminuire il numero dei medici e del personale sanitario nel nostro paese, e nel caso di altre facoltà, garantire il mantenimento di influenza e importanza di alcuni ordini professionali. La diminuzione del numero degli addetti a partire dal numero di laureati all’università rappresenta un esempio di programmazione che è finalizzato alla dismissione del sistema pubblico. A partire dal 2013 il numero dei medici inizierà progressivamente a scendere comportando l’impossibilità del mantenimento di presidi sanitari periferici ed ospedali. Tutto questo in linea con le direttive europee sul ridimensionamento della spesa pubblica, con i processi di privatizzazione dei servizi. Tutto a danno della popolazione e di quanti non possono permettersi una sanità a pagamento.

In ultima analisi il costo dell’iscrizione al test, fortemente aumentato in questi anni è l’ennesima tassa mascherata a danno di famiglie e studenti, che rappresenta il tentativo disperato delle università di reperire risorse economiche per la sopravvivenza immediata, a fronte di continui tagli al pubblico e larghe elargizioni ai privati. L’ennesimo strumento per far pesare la crisi su studenti e famiglie.

Per tutti questi motivi il Fronte della Gioventù Comunista manifesta la sua opposizione ai test d’ingresso all’università, invitando tutti a smascherare la finzione ideologica propagandata dai giornali e dalle televisioni. Nessuna necessità strutturale, ma solo uno strumento per la selezione di classe, per la dismissione dello stato sociale, ed ennesima tassa mascherata.

 

 

One Response to NO AI TEST D’INGRESSO, NO ALL’UNIVERSITA’ DI CLASSE.

  1. andrea scrive:

    ciao, sono un ragazzo che ha fatto il test ieri. Non un estate ma L’estate della maturità passata sui libri, a studiare anche le cose più impensabili come i presidenti degli USA o le bandiere degli stati mondiali…. un sogno davanti: diventare medico del 118. ieri ho tentato anche io la lotteria studentesca 2012 e mi sono trovato davanti domande impensabili. Indipendetemente dall’esito finale del test credo che il numero chiuso sia l’espressione più concreta e palpabile del processo di “borghesizzazione” dell’ università. Non è plausibile giudicare la volontà di studiare e la preparazione di futuri medici con un test così idiota. C’erano domande veramente impossibili, come cos’è il corpo di Baar. Ieri ho chiesto a due ragazzi appena laureati in infermestica e a una dottoressa e con mia sopresa ho visto che neanche loro avevano idea di cosa fosse. Vi do tutto il mio sostegno alla lotta che state conducendo . La classe politica ci lascia soli a noi stessi, voi continuate a lottare. DOVETE FARLO !! grazie

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