Respingiamo gli Stati Generali dell’Alternanza Scuola-Lavoro

Il Ministero dell’Istruzione ha convocato il prossimo 16 dicembre a Roma gli “Stati Generali dell’Alternanza Scuola-Lavoro”, in occasione dei quali verranno presentate la Carta dei Diritti e dei Doveri degli Studenti e una piattaforma online sulla scuola-lavoro, dotata di un bottone rosso per segnalare i problemi in alternanza.

Ecco la risposta del Governo alle mobilitazioni studentesche di questo autunno, in cui migliaia di giovani hanno deciso di alzare la testa contro il sistema dell’alternanza scuola-lavoro e un’istruzione sempre più classista. Da un lato gli studenti che lottano vengono bollati come sfaticati, dall’altro si introducono delle “tutele” al limite del ridicolo per fingere un’attenzione verso i ragazzi in alternanza. Gli “Stati Generali” non sono altro che l’ennesimo tentativo di difendere le misure dei governi sulla scuola. Un teatrino utile soltanto a rilanciare la retorica di un’alternanza “di qualità”, a sostenere che quanto avvenuto finora, dai casi di sfruttamento selvaggio agli infortuni di studenti che lavoravano in condizioni al limite, sia semplicemente il prodotto di errori nella messa in pratica di un’alternanza scuola-lavoro di per sé virtuosa, utile e necessaria per la scuola e gli studenti.

L’alternanza è lo strumento tramite cui le scuole vengono piegate agli interessi delle grandi imprese e settori del sistema produttivo italiano. Un dato reso evidente dagli accordi fra il Miur e una serie di grandi imprese e multinazionali, fra cui quello che ha consegnato 10mila studenti nelle mani di McDonald’s. In questi due anni abbiamo visto casi di sfruttamento selvaggio, aziende che sostituiscono una parte dei lavoratori con studenti che lavorano con turni equivalenti senza vedere un euro, casi di gravi infortuni sul lavoro. Nei casi di alternanza che si cerca di spacciare come “virtuosi” e di qualità, le aziende approfittano delle ore a loro disposizione per anticipare elementi di formazione aziendale, che dovrebbe essere appunto onere dell’impresa, ma che tramite l’alternanza viene scaricato sulla scuola abbattendo enormemente i costi. Una realtà testimoniata dal fatto che nella legge di bilancio 2018 sono previsti sgravi fiscali per le imprese che assumono gli studenti che hanno svolto alternanza presso di loro. Ma il compito della scuola, e in particolare degli istituti tecnici e professionali, non dovrebbe essere quello di formare i dipendenti per una singola impresa, ma quello di fornire agli studenti, cioè ai futuri lavoratori, una formazione completa e competenze generali, formando lavoratori che non siano disarmati, specie dinanzi a un mondo del lavoro precario come quello costruito dal Jobs Act.

Non esiste alcuna linea di principio positiva da difendere contro le storture. L’alternanza scuola-lavoro è stata pensata e voluta dai padroni per modellare la scuola sulla base delle esigenze del profitto. Gli interessi che stanno alla base di questo strumento sono quelli delle banche e delle grandi imprese che chiedono generazioni di lavoratori ricattabili ed educati ad accettare condizioni di lavoro sempre peggiori. È questo il vero carattere dell’alternanza, che non è in grado di assicurare altro agli studenti che un futuro di sfruttamento e assenza di diritti. Non ci aspettiamo nessuna risposta reale da parte di un Governo che, tanto quanto i precedenti, ha costruito una scuola di classe e asservita ai padroni.

La nostra lotta contro l’alternanza scuola-lavoro non è un insieme di lamentele e richieste per migliorare la qualità dei progetti. Non chiediamo aggiustamenti e maggiore attenzione, ma vogliamo batterci per una scuola radicalmente diversa. Di fronte alle prese in giro del Ministro Fedeli non resteremo a guardare. Ci mobiliteremo contro la scuola di classe voluta dai padroni e dalla UE. Contro l’alternanza dei padroni, rivendichiamo una giusta paga e diritti per gli studenti in alternanza, assieme alla partecipazione studentesca alla definizione dei progetti, ben consapevoli che la portata di queste rivendicazioni è di per sé incompatibile con il modello di alternanza voluto dal governo e dalla Confindustria. Ci mobiliteremo per una scuola gratuita e accessibile a tutti, rifiutando caro-libri e contributi scolastici; per una scuola fatta su misura degli studenti e non delle grandi imprese.

Il Fronte della Gioventù Comunista chiama gli studenti a rispondere agli Stati Generali, rifiutando la retorica del Ministero e denunciando l’inganno delle finte tutele introdotte in alternanza scuola-lavoro. Scenderemo in piazza il 15 dicembre a Roma (Piramide, ore 9:00) e Milano (Largo Cairoli, ore 9:00). Il 16 dicembre presidieremo a Roma il Ministero dell’Istruzione, in contemporanea con proteste organizzate nelle scuole di tutta Italia, per rivendicare un’istruzione di qualità per tutti, che garantisca agli studenti un futuro dignitoso e non la certezza di essere sfruttati.

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