SCIOPERO DEL 12: NON SI PRENDANO IN GIRO I LAVORATORI!

Una mobilitazione che coinvolge centinaia di migliaia di lavoratori è un atto che merita rispetto e chiarezza nella definizione degli obiettivi politici e economici che si vogliono ottenere. Lo sciopero generale convocato da CGIL e UIL per la giornata del 12 dicembre è uno sciopero che prende in giro i milioni di lavoratori e disoccupati che sono contrari al Jobs Act e alla politica del governo, gli stessi che hanno manifestato in questi mesi, anche nella piazza convocata alcuni mesi fa proprio dalla CGIL. Una presa in giro perché lo sciopero avviene dopo l’approvazione della legge delega lo scorso 3 dicembre alla Camera, a giochi già fatti quindi. Una legge delega che ha margini ampi, è vero, che dovrà essere riempita di contenuto con i decreti attuativi. Ma si tratta di un processo ormai irrimediabilmente condizionato dall’avvenuta approvazione della delega, che lascia al governo la possibilità di approvare entro i limiti vaghi della delega ogni provvedimento che sia favorevole agli interessi della Confindustria e del padronato.

La questione sostanziale si presenta oggi in queste opzioni: continuare a nutrire speranze su una presunta sinistra interna al PD e le sue appendici esterne, composta dalle stesse persone che in questi anni sono state corresponsabili e spesso responsabili primarie dell’attacco ai diritti dei lavoratori, oppure perdere queste illusioni e comprendere che nell’attuale sistema non esistono margini di miglioramento per i lavoratori? Chi pensa di utilizzare i lavoratori per giochi di corrente interni al PD e al centrosinistra oggi si macchia di un grave, ennesimo crimine, contro gli interessi e i diritti dei lavoratori, contro i disoccupati, contro una nuova generazione di giovani che vivrà nella precarietà e nella disoccupazione il suo futuro. Ulteriore riprova dell’inutilità di questi giochi di corrente è la costatazione che tutti i sindacalisti o ex sindacalisti presenti in parlamento in quota PD, tra i quali anche un ex segretario generale della CGIL, hanno votato a favore della riforma proposta da Renzi.

La CGIL ha volutamente posto nuovamente il freno alle mobilitazioni operaie, alle stesse aree più combattive interne alla sua organizzazione, ha spento ovunque i primi fuochi di proteste che potessero creare i presupposti per un movimento di lavoratori unito e compatto contro la politica del governo, le imposizioni di UE, FMI, BCE, la tendenza alle delocalizzazione e alla chiusura delle aziende. Nonostante minacce e comunicati, più televisivi che reali, la montagna alla fine ha partorito il topolino di uno sciopero a tempo scaduto per soli fini di rapporti interni al PD. La CGIL proseguendo sulla strada del sindacato concertativo continua ad illudere i lavoratori.

Per questo motivo come FGC manifestiamo la massima solidarietà a quanti sciopereranno nella giornata di domani, ma invitiamo i lavoratori a prendere coscienza del ruolo della dirigenza della CGIL e a non farsi prendere in giro. Rinnoviamo l’invito a sostenere i sindacati di lotta, a far avanzare anche all’interno della CGIL la critica radicale a questo modello di sistema, alla UE, al governo Renzi e a tutta la maggioranza che lo sostiene, o che sostiene i governi regionali e locali del Partito Democratico. Per le illusioni e la concertazione non c’è più tempo, la lotta di classe è l’unica strada da intraprendere.

Segreteria Nazionale FGC

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