12 APRILE IN PIAZZA CONTRO UNIONE EUROPEA E GOVERNO RENZI

Il nostro futuro non è la disoccupazione, non saremo gli schiavi del 21° secolo.

In tutta Europa aumenta la disoccupazione giovanile e peggiorano le condizioni dei salari e dei diritti dei lavoratori. Le nuove generazioni sono colpite in modo particolare da questo processo mentre assistiamo alla crescita dell’accumulazione di quote sempre maggiore di profitto nelle mani dei grandi gruppi monopolistici. Banche, società, grandi catene commerciali e produttive prosperano sull’impoverimento delle masse popolari.

L’Unione Europea ha un ruolo fondamentale in questo processo. Nel 2013, l’UE ha organizzato 5 conferenze sulla disoccupazione. Tuttavia, invece di diminuire, la disoccupazione è aumentata enormemente: 26 milioni di persone sono disoccupate, 120 milioni di persone vivono in questo momento sotto la soglia di povertà. La disoccupazione dei giovani di età compresa tra 18 e 30 anni, in alcuni paesi supera il 50% e nell’UE raggiunge il 25%. La “libertà di movimento” all’interno dell’Unione Europea dimostra di essere una libertà per gli uomini d’affari di sfruttarci dove hanno bisogno di noi e con ogni mezzo. L’emigrazione dei giovani dai paesi europei, interna ed esterna alla UE è una realtà, ed in ogni paese dell’Unione Europea le ricette contro la disoccupazione sono le stesse: aumento della precarietà, diminuzione dei salari e aumento degli orari di lavoro, intensificazione dello sfruttamento in qualunque modo possibile.

In Italia anche il governo Renzi presenta le stesse vecchie ricette mascherate come novità. Il “Jobs Act” non è altro che il ricorso alla precarietà e alla riduzione dei diritti in cambio di posti di lavoro temporanei e a bassa remunerazione salariale, alimentando la competizione al ribasso tra lavoratori. I piani di privatizzazioni, i tagli ai servizi sociali, il mantenimento delle precedenti riforme sull’età pensionabile dimostrano chiaramente l’intenzione del governo, sostenute dalla maggioranza assoluta delle forze politiche, della Confindustria, con l’appoggio complice dei sindacati concertativi. Renzi è una nuova illusione, ma le sue ricette sono le stesse dei governi di questi anni.

Il 12 aprile si svolgerà a Roma una manifestazione contro il governo Renzi e contro la disoccupazione giovanile a cui come Fronte della Gioventù Comunista parteciperemo. Un momento di lotta nell’ambito di una campagna politica generale sui temi del lavoro e della disoccupazione giovanile, che si inserisce nel quadro di mobilitazione svolto insieme alle altre organizzazioni giovanili comuniste europee, e che in questi mesi siamo impegnati a portare avanti. Saremo in piazza nonostante esista una forte distanza sulle parole d’ordine rivendicate dalle diverse organizzazioni nella stessa giornata del 12 aprile, su cui non rinunciamo a dire la nostra posizione, che con convinzione porteremo in tutte le mobilitazioni.

Non condividiamo e non abbiamo mai condiviso la proposta del reddito di cittadinanza, una proposta politicamente sbagliata che parte da un’idea assistenzialista e che non si pone il problema della divisione del lavoro, della distinzione tra sfruttatori e sfruttati. Il capitalismo oggi non è in grado di assicurare un futuro alle masse popolari ed in particolare alle nuove generazioni che non sia sfruttamento, disoccupazione e precarietà. La tendenza all’automatizzazione dei processi di lavoro, sia nella sfera produttiva che in quella della circolazione, diminuisce il tempo di lavoro necessario per la produzione e la circolazione delle merci. Potremmo lavorare meno e lavorare tutti, se questo non entrasse in conflitto con l’appropriazione privata della ricchezza prodotta, che è il vero nemico contro cui combattere.  Alla parola d’ordine del reddito di cittadinanza frutto di analisi politiche errate e di una richiesta di mero assistenzialismo, che in definitiva peserebbe sulla tassazione ordinaria e dunque in larga parte sulle tasse sul lavoro, opponiamo quella del “lavorare meno, lavorare tutti”, del rivendicare il diritto di tutti a lavorare e ad appropriarsi della ricchezza prodotta dal proprio lavoro. E’ in questa direzione che è necessario lottare. E’ in questa direzione che è possibile unire in un solo fronte le rivendicazioni dei lavoratori e dei disoccupati.

Sosteniamo come misure di rivendicazione immediata: il salario minimo garantito, attraverso limiti legali che impongano, indipendentemente dalla categoria e dal contratto una quota minima di salario per ora di lavoro, al fine di spezzare la competizione al ribasso tra i lavoratori; l’abrogazione delle forme di lavoro precarie che non creano nuovi posti di lavoro, ma riducono i livelli salariali e le tutele dei lavoratori; l’abbassamento dell’età pensionabile misura indispensabile per garantire ricambio generazionale nel lavoro e una qualità della vita lavorativa accettabile.

Scendiamo in piazza per portare nelle proteste la convinzione che il capitalismo e l’Unione Europea non sono riformabili. Ancora oggi i movimenti di lotta propongono parole d’ordine arretrate che si convertono in vere e proprie illusioni sulla natura di questo sistema e sulla reale natura dell’Unione Europea. Il sistema capitalistico è il responsabile dello sfruttamento, della disoccupazione, della precarietà. Le misure economiche di questi anni non sono errori, ma mezzi per finalità precise, per garantire la concentrazione della ricchezza in poche mani private, per tornare indietro sulle concessioni sui diritti sociali, sulle tutele e le condizioni di lavoro, conquistate con le lotte operaie e popolari del secolo scorso, con la minaccia incombente del comunismo. Il capitalismo oggi mostra il suo vero volto, ed è contro di esso che è necessario lottare, senza alimentare illusioni sulla sua riformabilità. La storia ha dimostrato chiaramente che nessuna vittoria, nessuna conquista è possibile e definitiva fintanto che si mantiene la divisione tra sfruttatori e sfruttati, e che i primi saranno sempre in grado di tornare indietro sulle loro concessioni in cambio dei loro profitti. Lo stesso si può dire sulla UE. L’Unione Europea è lo strumento più potente al servizio del grande capitale, non è riformabile e la lotta dei lavoratori e della gioventù europea deve essere indirizzata con forza verso il suo abbattimento.  Nessuna “Altra Europa” è possibile se non attraverso la rottura dell’Unione Europea e la conquista della piena sovranità popolare.

Sul terreno della semplice lotta economica, dalla casa, al diritto allo studio, al miglioramento delle condizioni di lavoro, le classi subalterne saranno sempre perdenti. È allora necessario mettere in discussione questo sistema economico nel suo complesso, lottare contro di esso estendere la lotta per le questioni immediate alla consapevolezze della necessità dell’abbattimento del capitalismo. La lotta politica contro il capitalismo e per la costruzione del socialismo è la lotta finale in cui condensare ogni forza ed ogni energia. Come abbiamo affermato nel comunicato congiunto delle organizzazioni giovanili comuniste europee «Il nostro futuro non è la disoccupazione, non saremo gli schiavi del 21° secolo»

Sabato 12 aprile ore 14.00 Roma

Piazzale di Porta Pia – spezzone comunista

Contro Unione Europea e governo Renzi: la disoccupazione non sarà il nostro futuro!

Salario minimo garantito e lavorare meno, lavorare tutti!

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