UNIVERSITA’. FGC ANNUNCIA PROTESTE NEI GIORNI DEI TEST D’INGRESSO.

Il Fronte della Gioventù Comunista in occasione dell’inizio dei test d’ingresso nelle facoltà a numero chiuso, ha annunciato presidi nelle maggiori università italiane per protestare contro l’attuale condizione dell’università. «A partire da oggi  – si legge nel comunicato   – gli studenti del FGC saranno impegnati in una campagna nazionale di denuncia degli ostacoli economici che impediscono a centinaia di migliaia di giovani di accedere liberamente all’università. Tasse d’iscrizione, libri di testo, affitti per gli studenti fuori sede, costi dei trasporti pubblici in aumento, combinato con la riduzione delle borse di studio, stanno creando un’università per pochi, e i dati statistici confermano questa tendenza. Solo lo scorso anno si sono registrati 50.000 studenti in meno.»

Secondo Alessandro Mustillo, segretario nazionale FGC: «In Italia si assiste ad una trasformazione dell’università. Da una parte l’espulsione di grandi masse di giovani dal sistema universitario, che avviene sulla base delle condizioni economiche. Dall’altra un processo di dequalificazione dell’università pubblica, a tutto vantaggio di quelle private. In questo la meritocrazia, che tutti invocano, non c’entra assolutamente nulla. » Quanto ai test d’ingresso aggiunge: «E’ ormai dimostrato che il numero chiuso nelle professioni sanitarie non serve ad avere medici, infermieri più qualificati e con maggiori possibilità di trovare lavoro. Serve a programmare a monte la dismissione della sanità pubblica. Lo dicono anche le associazioni di medici, che entro poco non ci sarà personale sufficiente ad assicurare la copertura sul territorio nazionale. Per non parlare dello sfruttamento che rappresentano i tirocini, così come strutturati oggi.»

« Noi  – aggiunge Mustillo – non siamo contrari in astratto a forme di regolamentazione dei numeri di accesso a determinate professioni. Non crediamo che possa esistere una società dove tutti fanno i medici o gli ingegneri. Quello a cui ci opponiamo è il modo in cui questo viene deciso, il processo che porta ad escludere masse imponenti di giovani da queste opportunità, sulla base delle condizioni economiche di partenza, e non sulle reali capacità e attitudini. E’ un processo che supera il numero chiuso, e che parte da molto prima. Rivendichiamo la necessità di un’istruzione e di un’università gratuita, l’abolizione dei contributi nelle scuole e delle tasse all’università, la gratuità dei testi, l’incremento delle borse di studio. Se tutti partono dalle stesse condizioni si può parlare di merito, e accettiamo l’idea della programmazione del numero. Ma nella situazione attuale il merito non c’entra nulla, l’università diventa un’università di classe. È per questo – conclude Mustillo – che invitiamo tutti i giovani a lottare contro questo modello di università.»

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